Il primo SMS della storia veniva inviato il 3 dicembre 1992
Riportava il messaggio “Buon Natale”.
Il messaggio è stato inviato da un pc verso un telefonino. Si è trattato di un evento apparentemente fine a se stesso ma in poco tempo si capì che quel piccolo messaggio di auguri, o meglio, quel nuovo modo di comunicare, avrebbe cambiato per sempre il modo di interagire tra esseri umani. Il messaggio fu spedito da Neil Papworth, un impiegato di Vodafone, che utilizzò la rete GSM per inviare “Merry Christmas”.
All’epoca iniziavano a diffondersi i primi telefonini tra coloro che se li potevano permettere e ovviamente non esistevano gli smartphone, WhatsApp o Messenger. I primi cellulari anzi non avevano neanche il tastierino numerico e quindi non era possibile scrivere alcunché, solo telefonare: «Nessuno aveva idea delle proporzioni che il fenomeno avrebbe assunto» scrisse Papworth sul proprio sito web. Solo un anno più tardi avvenne poi il primo scambio di messaggi SMS da telefonino a telefonino, merito di Riku Pihkonen della Nokia.
Il boom degli SMS avvenne attorno alla fine degli anni ‘90 quando i cellulari si diffusero prepotentemente e il nuovo modo di comunicare piacque tantissimo, e non soltanto ai giovani. Gli SMS ebbero un successo tale che nel 2007 negli Stati Uniti si verificò un curioso fenomeno: i messaggini di testo superarono, in quantità, le telefonate. Solo con il passaggio agli smartphone, e quindi con il massiccio utilizzo delle app di messaggistica come WhatsApp e Telegram, il fenomeno si è arrestato. Nel 2018, secondo l’Agcom, sono stati inviati 10 miliardi di SMS, il 18% in meno rispetto al 2017 e il 76% in meno rispetto al primo semestre del 2013. Una parabola discendente, quella degli SMS, che però non li farà scomparire del tutto visto che in molti paesi vengono proposte offerte con SMS illimitati e soprattutto che in molte zone del mondo non arriva ancora la rete internet.
L’avvento degli SMS è stato molto importante anche nel modo di esprimersi: il fatto che bisognava limitarsi a 160 caratteri ha infatti obbligato a sintetizzare il proprio messaggio e ad adattarsi così al nuovo mezzo di comunicazione.