La Campania tra le più belle terre d’Italia, e non solo, si è prestata e continua a prestarsi spesso come location di produzioni cinematografiche che fanno il giro del mondo, l’ultima opera di Denzel Washington con la sua saga Equalizer, appena uscita nei cinema, ne è la riprova.
Ma in pochi sapranno che nel 1953 il nostro Principe del Sorriso per antonomasia, il grande Totò, fu protagonista di una pellicola le cui riprese furono effettuate in uno dei lembi più belli della nostra regione, Cetara il borgo di pescatori in costiera amalfitana.
La pellicola, girata col sistema a colori belga Gevacolor, fu ritirata poco tempo dopo l’uscita nelle sale, a causa delle proteste della famiglia di Pirandello, che non aveva gradito lo stravolgimento dell’opera originale. Per più di trent’anni il film divenne praticamente introvabile, fin quando nel 1993 fu ritrovato e trasmesso per la prima volta in tv dalla RAI
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ questo il titolo della pellicola,tratta dall’omonima commedia di Luigi Pirandello, ‘ è un film anomalo nella carriera cinematografica di Totò. Il suo personaggio, Paolino, è forte di una presunta capacità seduttiva che in Totò non avevamo mai visto. L’attore napoletano, infatti, era solito ricorrere ad allusioni sessuali, ma mai aveva esplicitamente suggerito un rapporto sessuale consumato.
In questo film, invece, Paolino è costretto a brigare per ottenere che la moglie di un capitano di mare (Viviane Romance) si unisca carnalmente con il marito (Orson Welles). Questo congiungimento carnale permetterà a Welles di convincersi di essere il padre di suo figlio, che in realtà è figlio di Paolino.
Totò interpreta Paolino con una notevole intensità espressiva, mostrando un lato del suo talento che non avevamo mai visto prima. Tuttavia, la sua recitazione è meno strabordante del consueto, più ligio alla sceneggiatura. Questo è dovuto, probabilmente, alla presenza di Orson Welles, un attore di grande prestigio che Totò non voleva sfigurare.
Il film è ben costruito, ma forse non è adatto a Totò, che è più portato alla recitazione sguaiata, a braccio. È strano che dietro la macchina da presa ci sia Steno, ottimo talento del cinema comico italiano che più di altri aveva finora saputo esaltare la verve comica del Principe del Sorriso.
[La Redazione]